Nel momento in cui si parla dei codici a barre si fa riferimento a uno degli strumenti principali nel mondo del commercio per l’identificazione dei prodotti. Si tratta di un sistema notevolmente diffuso in tutto il mondo e si caratterizza per essere formato da delle barre nere che si alternano a degli spazi bianchi, senza dimenticare una serie univoca di cifre.
Tutti questi elementi vanno a formare quella che si può identificare come la vera e propria carta d’identità di un determinato prodotto. Tramite tutte le informazioni che sono presenti all’interno del codice a barre si può garantire anche un altro aspetto fondamentale, come ad esempio la tracciabilità. Come si può facilmente intuire, ci sono numerose tipologie di codici a barre.
Codici a barre, di cosa si tratta
Come abbiamo detto in precedenza, ci sono diversi tipi di codici a barre, che sostanzialmente si dividono nelle tipologie 1D, detti anche lineari, oppure 2D, ovvero quelli bidimensionali. I codici a barre che siamo abituati a vedere sui prodotti sono quelli che alternano bande di colore nero e spazi bianchi. Non solo, dal momento che, nel corso degli ultimi tempi, troviamo spesso e volentieri i QR code, senza dimenticare anche i codici farmaceutici. In poche parole, anche nel momento in cui non ci sono visivamente le barre, ci troviamo in ogni caso di fronte a un codice a barre.
Le varie tipologie di codici a barre
Uno dei codici a barre più classici per l’identificazione dei prodotti è senza ombra di dubbio quello denominato GS1 EAN 13. In realtà, però, come detto in precedenza, ce ne sono davvero tante tipologie differenti. I codici a barre lineari, quindi quelli facenti parte della categoria 1D, maggiormente diffusi sono senz’altro quelli che vengono applicati sui prodotti e sugli articoli che si trovano in vendita nei supermercati e, più in generale, un po’ in tutti i negozi. Stiamo facendo riferimento al codice EAN 8, al GS1 DataBar e all’EAN 13, con quest’ultimo che viene utilizzato molto spesso anche per l’identificazione dei colli. Tra i vari elementi di differenza tra tutti questi codici a barre 1D troviamo prima di tutto la lunghezza, poi il quantitativo di moduli, ma anche il numero di cifre presenti e, come si può facilmente intuire, anche l’ammontare di informazioni che possono essere presenti al loro interno.
Per quanto concerne, ad esempio, i codici a barre GS1, è interessante mettere in evidenza a cosa corrispondono le varie cifre presenti. Ad esempio, le prime due stanno a indicare l’origine del prodotto, poi le successive cinque si riferiscono al codice dell’articolo, mentre l’ultima è la cifra di controllo ed è un altro mezzo utile che consente di evitare errori di lettura.
Per quanto concerne i codici bidimensionali, meglio conosciuti come 2D, quelli maggiormente diffusi rispondono al nome di DataMatrix e QR Code. In questo caso, si tratta di codici che presentano un aspetto decisamente conveniente, ovvero quello di poter raggruppare un volume di informazioni particolarmente importante all’interno di uno spazio grafico che è decisamente limitato.
Il DataMatrix è uno di quei codici a barre che vengono impiegati piuttosto di frequente in ambito farmaceutico, oppure anche per quanto riguarda articoli dedicati al benessere. Il QR Code, invece, si trova molto più di frequente anche online. Viene utilizzato spesso per via della comodità di essere fotografato e, di conseguenza, scansione tramite un’apposita applicazione dello smartphone, in maniera tale da poter eseguire l’accesso a un determinato sito o pagina web. Si trova, nel corso degli ultimi tempi, molto spesso all’interno dei ristoranti e serve per poter visualizzare il menu con le principali portate.