Per finire una sorta di “storia della riforma del gioco e dei casino online” di cui si è parlato già un poco, si ricorda che il Governo Letta chiamato a “governare” il nostro Paese, ebbe vita assai breve e con un percorso abbastanza “accidentato”. Ma proprio in questo mandato prendeva forma il percorso della Legge Delega ed iniziava a “partecipare al gioco” il sottosegretario Pier Paolo Baretta, nel quale tutto il settore ludico aveva (ed ha) riposto tutte le sue speranze per la sistemazione dei vari comparti.
Quindi, nonostante l’ennesima crisi che portava alle dimissioni di Enrico Letta, la Delega concludeva il suo iter parlamentare e diventata Legge: così, apparentemente, si spalancavano le porte alle riforme tra le quali quella tanto attesa dei giochi, passando questa “patata bollente” al nuovo Governo Renzi che avrebbe “solo” dovuto approvare quella legge per partire a riformare tutto il mondo del gioco. E qui, in un altro Governo, si ritrova ad occuparsi del settore ludico sempre lo stesso sottosegretario Baretta con la delega ai giochi, con l’obbiettivo ben preciso, quello di realizzare la riforma del gioco ed il suo riordino così tanto atteso da tutti gli addetti ai lavori. Obbiettivo, però, tutt’altro che vicino e, sopratutto, ancora una volta rimandato.
Nel frattempo son stati fatte decadere le prescizioni della Legge Delega, e contemporaneamente la riforma del giochi, sempre più indispensabile, ha lasciato il posto all’imperativo delle leggi regionali che sulla stessa materia hanno fatto (e stanno ancora facendo) il “buono ed il cattivo tempo”, ognuno agendo per il meglio relativamente al proprio territorio. L’unico dato di fatto che emerge in tutta questa storia è che nessun Governo si è mai preoccupato “seriamente” di intervenire in questo settore che pur ha “dato veramente tanto” all’Erario ed all’Esecutivo.
L’assenza assoluta, anzi la latitanza dello Stato, ha lasciato spazio alla ormai arcinota “questione territoriale” di cui non si vede ancora la fine nonostante tutte le proposte, tutti i passi indietro effettuati dal Governo, tutte le alternative sottoposte alle Regioni ed agli Enti Locali. Insomma, per i giochi sembra che la storia si ripeta con l’andare degli anni e si ripeta anche l’assenza di alcun risultato. La riforma continua ad essere “sbandierata” come se fosse uno spot pubblicitario a livello politico, cavalcata quando serve e sempre nella condizione di essere rimandata.
Ora, si propone il nuovo Governo Gentiloni che offre speranza agli operatori del settore ed a quelli che gestiscono i casino online autorizzati aams (che di speranza, però, ne hanno ormai pochina): onestamente, appare difficile pensare di spostare ancora la decisione della riforma del gioco, tenendo anche conto che un altro rinvio del riordino si concretizzerebbe con uno slittamento delle gare pubbliche per il rinnovo delle concessioni che potrebbe rappresentare un problema politico assai serio nei confronti anche dell’Europa. Europa dalla quale sembra che il nostro Paese, nonostante le affermazioni dell’ex Premier Renzi, dipenda in maniera sempre più incisiva.
Quindi, speriamo che il Governo Gentiloni sia “la volta buona” per il mondo del gioco e per la sua ristrutturazione, anche se è difficile crederlo sopratutto se lo scopo principale dell’Esecutivo sarà quello di andare alle urne con urgenza, posto che questo imporrebbe di concentrare ogni sforzo sulla riforma elettorale prima di ogni altra cosa. Ed in questo “prima di ogni altra cosa” verrà contemplata, ovviamente, la riforma del gioco pubblico.