Non vi è ombra di dubbio che l’obbiettivo primario per il mondo del gioco pubblico e per quello dei casino online con giochi dal vivo sia quello della riduzione delle slot del 30%, come approvato con la Legge di Stabilità, entro il 2019. In Conferenza Unificata poi vi erano state trattative discusse, studiate, proposte e controproposte ed il tutto avrebbe dovuto “avere una fine” dopo il referendum costituzionale. Certamente, non ci si aspettava un risultato così “catastrofico” da dover mettere in stand by tutto ciò che per il gioco era stato fatto sino a quel momento, ma senz’altro una decisione in merito andrà presa.
Probabilmente, il nuovo Governo sarà in grado di recepire queste trattative e di “farle proseguire” con un decreto altrimenti significherebbe veramente “buttare tutto alle ortiche”: e questo sarebbe per tutto il settore ludico una vera tempesta, “disastrosa” da affrontare e sostenere. Si aspetta da troppo tempo questa riforma e ci si era veramente quasi arrivati… I lavori della Conferenza Unificata erano su molti fronti, ma quello più rilevante era la riduzione del 30% delle apparecchiature da intrattenimento entro il 2017 partendo dall’eliminazione degli apparecchi dai bar e dalle tabaccherie che non hanno come attività prevalente quella del gioco.
Si è lavorato su di un progetto complessivo che dava parecchie indicazioni rispetto alla necessità di tutelare maggiormente i giocatori: quindi, una riduzione “drastica” dell’offerta del prodottoda raggiungere in tempi brevi: questa era la linea che il Governo aveva scelto come percorso. Anche se è obbiettivamente alquanto difficile per lo Stato rinunciare alle “pingui” entrate provenienti dal gioco d’azzardo, settore che negli anni ha contribuito non poco al “sostentamento” dell’Erario si era reso indispensabile ed assolutamente necessario porre un “limite” all’offerta di gioco sul territorio che era diventata troppo “presente”.
Obbiettivamente, da quando è nata l’idea dell’intervento del Governo anche sui casino online così come enunciato nella Legge di Stablità, si è anche previsto che diminuendo la domanda e l’offerta di gioco occorre giocoforza diminuire le aspettative dello Stato sulle entrate che deriveranno dal gioco. Da qui l’intervento sulla tassazione passata sull’utile ed anche “alzata” e si potrà probabilmente intervenire attraverso un decreto se la Conferenza Unificata Stato, Regioni ed Enti Locali dovesse prendere decisioni definitive: il nuovo Governo è in grado ovviamente di farlo.
Si spera solamente che non possa essere quella delle mancate entrate dello Stato la ragione per la quale di potrebbe rinunciare a ridurre la domanda e l’offerta di gioco. Sarebbe veramente inverosimile per uno Stato per il quale la tutela dei cittadini dovrebbe essere l’obbiettivo primario. Una volta, poi, deciso di togliere le “famigerate macchinette” dai locali pubblici si dovranno mettere “sul piatto” dei sistemi di tutela che non riguardino solo i minori, che vanno dalle tecnologie più avanzate per la tutela dei giocatori, alla formazione del personale qualificato per coloro che andranno nelle gaming hall.
Rimane e permane sempre il rischio per chi abusa del gioco di cadere nell’usura e di entrare in una spirale dalla quale poi è difficile uscirne: quindi, necessita la massima informazione per la responsabilità di riuscire a controllarsi quando si gioca e come ci si deve approcciare al gioco che deve portare divertimento e non disperazione e, sopratutto, che deve essere rilassamento e gioia e non portare sull’orlo di un baratro che non conosce limiti. È un dovere dello Stato presentare tutto questo ai propri cittadini e non “nascondersi” davanti a queste tematiche come è stato fatto sino ad oggi.